Di cosa si tratta

Cos'è e a cosa serve

"Dire che la relazione che si crea tra persone non sia riproducibile attraverso internet è vero, ma è altrettanto vero che si può costruire una nuova modalità di relazione basata sui nuovi mezzi di comunicazione”

In un articolo de La Stampa del 2019 si fa riferimento al tempo che trascorriamo su internet: <<In media, ciascuno di noi, ogni giorno, trascorre 6 ore e 42 minuti connesso alla rete, di cui 2:15 ore attraverso dispositivi mobile. Nell’arco di un anno, passiamo 100 giorni attaccati al computer o allo smartphone, circa il 27% di tutto il tempo che abbiamo a disposizione.>> 

Con le dovute differenze a seconda delle nazioni, questo è un dato che dovrebbe farci riflettere: già prima dell’emergenza COVID-19, il nostro tempo era per lo più occupato da dispositivi come pc e smartphone, specialmente per chi con questi strumenti ci lavora. 

Usiamo internet tanto per lavorare quanto per rilassarci, sottovalutandone i rischi e arrivando a fidarci più di quello che troviamo scritto su iosotuttodimedicina.it piuttosto che del parere del nostro medico. Puoi vedere come cambia il rapporto medico-paziente più avanti nella lettura.  

Come ogni cosa, il digitale ha tanti pregi quanto difetti: è una banca dati praticamente infinita ma questo implica difficoltà di controllo e gestione della marea di contenuti che ne fanno parte; permette collegamenti da ogni parte del mondo in tempo reale ma cambia il modo di relazionarsi, talvolta complicandone la gestione; mette a disposizione tutto, dalle mappe per non perderci alle classifiche dei cellulari con la migliore fotocamera, ma ci rende dipendenti al punto tale da avere crisi di panico se si scarica il cellulare mentre siamo per strada. 

Stiamo vivendo una rivoluzione e, come tale, è necessario ghigliottinare ciò che non è necessario, rafforzare ciò che permette di migliorarci, sfruttare tutto ciò che di buono ha da offrire questo strumento. E perché non dovremmo farlo anche nell’ambito medico-scientifico? 

Se sei in dubbio sull’utilizzo dei mezzi digitali nella tua azienda, nell’articolo Ora basta aspettare, è l’ora del digitale tento di farti cambiare idea ricordandoti due caratteristiche che forse non hai considerato: la possibilità di misurare il tuo investimento nel digital (le attività, il numero di lettori e il tempo che passano sui tuoi contenuti, i risultati ottenuti, ecc) e l’efficacia di questo strumento, sia in termini di diffusione di informazioni sia nella possibilità di rintracciare i target effettivamente interessati al tuo content

D’altronde, come dice Len Sternes:

“Se non volete guardare il futuro, almeno cavalcate il presente”

IL DIGITAL NEL SETTORE MEDICO

Una piccola guida

La necessità di continui aggiornamenti sposa il digitale

“La trasformazione dei congressi tradizionali in congressi virtuali, per essere completa, richiederà tempo e risorse che già oggi sono a disposizione delle principali organizzazioni.”

Quando nel 2015 parlavo di medici che seguivano corsi e congressi seduti comodi sui propri divani, in vestaglia, non potevo immaginare quanto questo sarebbe stato profetico. La pandemia da COVID-19 ci ha costretto ad una mobilitazione verso il digitale, per la quale non avevamo interesse (o coraggio) per intraprenderla al meglio. Eppure, per necessità, siamo diventati dei “maestri” di conferenze, congressi e corsi online. 

“Partire dalla volontà di aggiornarsi del medico – così come quella di farlo con maggiore comodità, in modo più adatto ai propri tempi lavorativi – comporta un incremento di canali di comunicazione, ognuno con le sue “semantiche” e con le sue “regole”, e di conseguenza differenti messaggi, coniugati e declinati per ogni canale.”

Potremmo dire che la pandemia abbia aperto le porte ad un nuovo modo di vedere linformazione medico-scientifica.

Quanti soldi sono stati risparmiati in termini di organizzazione di congressi e convegni? 

Sicuramente un buon capitale, che può essere investito in qualcosa di più utile, come macchinari, programmi di aggiornamento per dipendenti, ecc. 

Il medico passa molto più tempo ad aggiornarsi su internet, nelle tempistiche e nei modi che più preferisce. 

“Già solo su DottNet.it, abbiamo dati di una potentissima adozione digitale del medico: oltre 250.000 iscritti e loggati, oltre 100.000 medici lettori unici ogni mese, oltre 3,5 minuti medi per lettore per singola visita e oltre il 30% si collega fuori dagli orari di lavoro.”

Cambiano i rapporti

  • Medico-ISF

“E mentre le aziende sono ancora nella fase di comprensione del modello multichannel e provano a rendere più efficace il proprio ISF investendo – al massimo – il 20% del loro budget nel digitale, i medici si informano sempre di più su internet”

Abbiamo già parlato in modo più approfondito dell’importanza dell’informatore remoto (link) e di come questo influisca nel passaggio di informazioni medico-azienda o farmacia-azienda. Eppure, la rivoluzione digitale nel settore non è stata ancora abbracciata del tutto. 

Perché lasciare al caotico internet il compito di aggiornare il medico sui nuovi prodotti o sulle potenzialità di altri già in uso, quando vi sono modalità come l’informatore remoto® o misto? 

Medico-Medico

Se i congressi si “digitalizzano”, le relazioni tra i medici devono fare altrettanto. Per farlo, però, hanno bisogno di un luogo “sicuro”, in cui avere la certezza di parlare tra professionisti e non, come accade sui social, in un mare magnum di persone pronte a dire la loro su questioni di cui non sanno assolutamente nulla. 

Per questo nell’articolo Facebook dei medici mi soffermo sulla necessità di creare 

“Un luogo virtuale dove i medici possano parlare e scambiarsi dati di pazienti, di terapie e trattamenti, in congiunzione tra medici di medicina generale e specialisti o tra specialisti e centri ospedalieri specialistici.”

Questo avrebbe implicazioni non solo nelle possibilità di confronto aumentate tra professionisti del settore, ma darebbe anche la possibilità alle aziende farmaceutiche di individuare al meglio i loro target – rendendo più facile il lavoro agli informatori scientifici – e di offrire così la migliore cura al paziente. 

D’altronde, questo è quello che cerchiamo di fare, in parte, con DottNet. 

Medico-Paziente

A quanti di voi è capitato di inviare analisi del sangue, radiografie, e altri esami al MMG o allo specialista di turno tramite WhatsApp? Probabilmente durante la pandemia almeno una volta è capitato. O ancora, pensiamo a tutti i pediatri che quotidianamente si vedono arrivare foto di rush cutanei e di pannolini da genitori allarmati. 

È innegabile: il rapporto medico-paziente si è evoluto – con velocità raddoppiata a causa della pandemia – virando verso una tendenza molto più digital

Se da un lato questo ha aiutato il medico nello smaltimento delle visite frontali, talvolta anche solo per una semplice visione di analisi cliniche, dall’altro lo ha reso un bersaglio fin troppo facile di “assalti” continui, in ogni momento della giornata. 

Eppure, c’è di pari passo una tendenza sempre maggiore del paziente a fidarsi del dottor Internet, piuttosto che del suo medico. 

Teniamo presente un aspetto positivo, da non sottovalutare:

“La tecnologia digitale aiuterà la gestione del paziente. L’high touch generato da terapie digitali o da app che supportano la terapia del paziente o da device wearable potrà modificare del tutto il trattamento di alcune patologie e per alcune tipologie di pazienti.”

Il digital può cambiare radicalmente l’approccio dei medici nella cura e nell’assistenza ai pazienti e alle loro famiglie, e rendere più proficuo – di conseguenza – il contatto con le aziende farmaceutiche

IL DIGITAL NEL SETTORE PHARMA

Orientarsi

Care aziende, sediamoci un attimo al tavolo e parliamo chiaramente: pensate davvero di poter continuare a lavorare con i soli visual-aid di prodotto o con siti internet non aggiornati o di difficile accesso?

Suvvia, non ci vuole un grande esperto di marketing per capire che c’è qualcosa che non va in questo approccio – permettetemi – retrò. 

Se non sai come affrontare il digitale, chiedi e ti sarà dato: 

  • Il tuo sito internet non tira? Al link di seguito potrei dirti perché: link.
  • Hai bisogno di aggiornare i tuoi informatori scientifici per renderli ibridi? Merqurio mette a disposizione corsi di formazione appositi (link).
  • Vuoi qualche consiglio su come approcciare ad un progetto digitale nell'industria farmaceutica? Qui ti do tre consigli pratici: link

Ma attenzione!

Il digital è un mezzo di comunicazione: se curi nei minimi dettagli il sito e poi non aggiorni i contenuti e non li rendi accattivanti, fai lavoro inutile. L’attenzione deve essere posta sempre sulle persone, clienti/medici/pazienti che siano, su ciò che piace, sul messaggio da veicolare. 

“Sono le storie che raccontiamo, è l’interesse che generiamo a creare una relazione stabile, non il mezzo.”

Se il contenuto non è di qualità, qualsiasi mezzo tu utilizzerai non darà risultati. Messaggio, mezzo, target e momento giusti. Multichannel, insomma.

“Le nuove tecnologie si affiancano a quelle presenti e rendono il mondo della comunicazione (che prima chiamavamo promozione scientifica) più complesso da governare, e ciò comporterà il totale riaggiornamento della creazione di contenuti e di relazione con la pluralità degli attori coinvolti.”

Una figura professionale per ogni aspetto

È essenziale affidarsi a diverse figure professionali in grado di rendere il digitale, e in generale la tecnologia, uno strumento utile al tuo scopo, all’obiettivo da raggiungere:

dalla stampa 3D, alle app certificate e prescritte, dalle piattaforme di condivisione al wearable. La tecnologia è tante cose: è anche big data, è utilizzo del web, è piattaforma, è telemedicina, teleassistenza. Occorre una figura aziendale di guida in questo processo, niente improvvisazioni.”

Lo stesso vale per gli ISF, per i social media manager, per i medical writer. 

Ognuno di essi ha peculiarità e competenze specifiche che potranno essere messe a disposizione di un progetto digital “fatto bene”.  

Se il marketing farmaceutico è pronto ad affrontare la rivoluzione del digitale, lo vedremo negli anni a venire.

“Il marketing insegna che non sempre si può migliorare, che occorre innovarsi incessantemente e che bisogna trovare in se stessi il cambiamento continuo: non esiste il “marketing innovativo”, è “marketing”, ragazzi!”